Estinzione, un fenomeno naturale

L’Anfibio nella foto, il rospo dorato (Incilius periglenes) viveva nella Foresta pluviale di Monteverde, nel nord della Costa Rica. Quest’animale è stato dichiarato estinto nel 2004. Le cause più probabili della sua scomparsa sono da ricercare in diversi fenomeni, tra i quali il riscaldamento globale, l’inquinamento atmosferico, e la suscettibilità alla chitridiomicosi, una malattia della pelle provocata da un fungo.

L’estinzione è un fenomeno naturale in biologia, non per questo meno tragico, dal nostro punto di vita sensibile quali esseri umani inclini a dare un valore alla vita, il cui significato, sostanzialmente, è la totale scomparsa di un gruppo di organismi, e coincide con la morte dell’ultimo esemplare della specie a cui ci riferiamo. Si crede che il 99% delle specie comparse sulla Terra siano scomparse (il che, filosoficamente o matematicamente parlando, potrebbe indurci a concludere che la vita sia un fenomeno praticamente trascurabile) il che corrisponde senza dubbio a un numero molto grande di forme di vita perse -nell’ordine delle centinaia di milioni e più, includendo anche i microrganismi- poiché i dati che riguardano il numero di specie ora viventi sono sicuramente conservativi.

Estinzioni di massa

Dall’inizio dell’avventura della vita sul nostro pianeta, si sono verificate, nel corso del tempo, cinque estinzioni di massa, vale a dire fenomeni dove eventi catastrofici hanno causato la scomparsa di un notevole numero di organismi e, nel caso della grande estinzione avvenuta alla fine del periodo Permiano, nota anche come la Grande Morìa, provocato l’estinzione di un grandissimo numero di specie animali e vegetali. Se volete saperne di più, leggete anche il nostro articolo.

% estinzione

Periodo

m. di a. Famiglie Generi Specie Principali organismi coinvolti nell’estinzione
Ordoviciano-Siluriano 450-440 27% 57% 60-70% Brachiopodi, Briozoi, Conodonti, Trilobiti, Graptoliti

Tardo Devoniano

375-360 19% 50% 70% Coralli, Brachiopodi, Trilobiti, Ammoniti, Conodonti, Echinodermi, Tetrapodi
Permiano-Triassico 252 57% 83% 90-96% Euripteridi, Trilobiti, Echinodermi, Pesci, Invertebrati terrestri, Insetti
Triassico-Giurassico 201 23% 48% 70-75% Arcosauri, Anfibi, Terapsidi, Rettili marini, Conodonti
Cretaceo-Paleogene 66 17% 50% 75% Tetrapodi, Dinosauri, Mammiferi, Insetti, Pesci, Ammoniti e altri Molluschi

Fossili che respirano

Normalmente si considera che una specie possa estinguersi in circa 10 milioni di anni dalla sua comparsa sul pianeta, per tutta una serie di probabili concause che vengono sinteticamente chiamate “senilità di specie”, ma esistono anche organismi -sia vegetali sia animali- che sono sopravvissuti per periodi molto più lunghi, senza mostrare significativi cambiamenti nella struttura morfologica -nel confronto con specie simili estinte- e sono chiamati perciò “fossili viventi”. A questa categoria appartengono diverse specie di Batteri, Piante, Mammiferi,Uccelli, Rettili, Anfibi, Pesci, Insetti, Crostacei, Molluschi e altri Invertebrati.

I principali meccanismi di estinzione

I meccanismi che provocano l’estinzione delle specie sono vari; alcuni semplici e facili da determinare, altri più complessi. Certi eventi catastrofici possono eliminare istantaneamente tutti gli individui di una specie -per esempio l’impatto di un asteroide con la Terra, un lampo gamma di una supernova, oppure una grande eruzione vulcanica– ma anche la perdita di habitat unici dovuta, per esempio, a deforestazione per cause antropiche.

Più in generale, possiamo dire che l’estinzione è causata da quei fenomeni che provocano una mortalità superiore al tasso di riproduzione in un determinato periodo. Le forze che provocano questi fenomeni possono essere diverse, e agire indipendentemente l’una dall’altra, oppure in modo sinergico.

Per esempio, un habitat compromesso a causa della presenza di sostanze tossiche, può essere direttamente responsabile dell’estinzione di una o più specie, ma anche avere effetti indiretti.

La diminuzione delle risorse disponibili può accentuare drammaticamente la competizione fra le specie e facilitare l’insediarsi nell’ambiente di specie invasive, aggravando ulteriormente la lotta per l’esistenza; nuovi e pericolosi agenti patogeni possono trovare terreno fertile per il loro sviluppo; i predatori (incluso l’uomo) hanno a disposizione un ambiente più facilmente accessibile.

Il degrado dell’habitat è attualmente la principale causa di estinzione dovuta all’uomo, provocata da diversi fenomeni tra i quali rivestono grande importanza i cambiamenti climatici, ma anche l’utilizzo sempre crescente di aree destinate all’agricoltura, all’allevamento, la cementificazione, l’attività mineraria e la pesca intensiva, al punto che gli scienziati avvertono che siamo nel pieno della sesta estinzione di massa nella storia del pianeta.

Altri elementi responsabili dell’estinzione

Altri elementi importanti che sono responsabili dell’estinzione sono causati da alterazioni nel patrimonio genetico delle popolazioni, come per esempio il verificarsi di mutazioni dannose (spontanee o provocate da agenti mutageni) che è maggiormente deleterio tanto più le popolazioni sono piccole; inoltre ogni fattore che agisce sulla variabilità genetica, limitandola, può avere affetti molto negativi sulla sopravvivenza della popolazione stessa, influenzandone la possibilità di adattamento, qualora le condizioni ambientali subiscano modificazioni; se la popolazione inizia a diminuire drasticamente di numero, aumentano le possibilità di inincrocio, con la conseguente comparsa di mutazioni negative.

Altri fattori che causano estinzione sono la scomparsa di una specie che segue l’estinzione di un’altra (Co-estinzione) con la quale aveva un rapporto di stretta dipendenza, come il parassitismo o la simbiosi. Ma anche la scomparsa di una preda può provocare l’estinzione del suo predatore. E’ il caso dell’alterazione delle catene alimentari: se gli oceani si surriscaldano, muore il plancton, e a seguire tutte le specie nella piramide alimentare.

Le catastrofi naturali sono state grandemente responsabili dell’estinzione di specie, come per esempio grandi terremoti e maremoti, colossali eruzioni vulcaniche, ondate di caldo o di freddo, e anche desertificazione, incendi, epidemie, emissioni di gas naturali.

Nel sito dell’Arca di Noè puoi trovare tanti reperti fossili che appartengono non solo a specie scomparse, come denti, mascelle, aculei e vertebre di squali estinti, denti e frammenti ossei di dinosauri e fossili di altri gruppi animali, ma anche esemplari di quelle specie definite “fossili viventi”, come limuli, nautili, e molti altri.

Se t’interessa approfondire la tua conoscenza sul mondo dei fossili e su animali e piante del passato, nel nostro Portale del Naturalista (colonna a sinistra in homepage), nelle due sezioni Notizie e Curiosità e Articoli e Rubriche troverai quello che fa per te!

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