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Vulcano Etna Lapilli 2021 in provetta (2) Minerali Grezzi Cenere Bombe Lava Pomice Pietre Rocce Collezionismo

Prezzo :
12,50
  • Codice Prodotto: M25885
  • Prodotto Disponibile
Quantità :  

Descrizione

Provenienza : Sicilia (Italia)

Era Geologica : recente

Età : 7 Marzo 2021

Misura : 8-9,5 gr


Campione di Lapilli Vulcanici Minerali Grezzi Bombe Lava Cenere Pietre Rocce da Collezione.
Raccolta di Tizzoni di Pomice vulcanica eruttata dal Vulcano Monte Etna durante l'eruzione del 7 Marzo 2021.
La raccolta è costituita da piccoli tephra, frammenti di roccia polverizzata e vetro originatisi dalle eruzioni vulcaniche, di diametro fra i 3 e i 7 mm.
Il campione di lapilli (8-9,5 gr circa) è etichettato e contenuto in una provetta con tappo (mm 50 x 25), da cui può essere facilmente rimosso qualora sia necessario per lo studio al microscopio.

Allegata alla provetta una scheda geologica descrittiva esauriente (località, cronistoria del vulcano e delle sue eruzioni, ecc.).

L'Etna (o Mongibello) è un vulcano sulla costa orientale della Sicilia originatosi nel Quaternario: è il più alto vulcano attivo terrestre della placca euroasiatica. Le sue frequenti eruzioni nel corso del tempo hanno modificato, a volte anche profondamente, il paesaggio circostante e in tante occasioni hanno costituito una minaccia per gli insediamenti abitativi nati alle sue pendici.
Con un diametro di oltre 40 chilometri e un perimetro di base di circa 135 km, occupa una superficie di 1265 km².
Il vulcano è classificato tra quelli definiti a scudo a cui è affiancato uno stratovulcano; la sua altezza varia nel tempo a causa delle sue eruzioni che ne determinano l'innalzamento o l'abbassamento. L'altezza attuale dell'Etna è di 3.326 m.
L'Etna ha una struttura piuttosto complessa a causa della formazione, nel tempo, di numerosi edifici vulcanici che tuttavia in molti casi sono in seguito collassati e sono stati sostituiti, affiancati o coperti interamente da nuovi centri eruttivi. Sono riconoscibili nella "fase moderna" del vulcano almeno 300 tra coni e fratture eruttive. La zona risulta anche a moderato rischio sismico per effetto anche del tremore del vulcano.
L'Etna si è formato nel corso delle ere con un processo di costruzione e distruzione incominciato intorno a 570 000 anni fa, nel periodo Quaternario, durante il Pleistocene medio. Al suo posto si ritiene vi fosse un ampio golfo nel punto di contatto tra la zolla euro-asiatica a nord e la zolla africana a sud. Fu proprio il colossale attrito tra le due zolle a dare origine alle prime eruzioni sottomarine di lava basaltica fluidissima con la nascita dei primi coni vulcanici, al centro del golfo primordiale detto pre-etneo, nel periodo del Pleistocene medio-superiore 700 000 anni fa.
In genere le eruzioni dell'Etna pur fortemente distruttive delle cose, non lo sono per le persone se si eccettuano i casi fortuiti come nel 1843 in cui a causa di una falda freatica la lava esplose colpendo una settantina di persone delle quali metà persero la vita, o di palese imprudenza come nel 1979 quando un'improvvisa pioggia di massi uccise nove turisti, avventuratisi fino al cratere apparentemente spento, e ne ferì un'altra decina.
L'Attività vulcanica dell'Etna a differenza del Vulcano Stromboli ha una attività che alterna periodi di quiescenza e dei periodi con eruzioni parossistiche considerate talvolta ''Violente''.
L'eruzione più lunga a memoria storica è quella del luglio 1614. Il fenomeno durò ben dieci anni ed emise oltre un miliardo di metri cubi di lava, coprendo 21 chilometri quadrati di superficie sul versante settentrionale del vulcano.
Nel 1669 avvenne l'eruzione più conosciuta e distruttiva, che raggiunse e superò, dal lato occidentale, la città di Catania, distruggendo la parte esterna fino alle mura, mentre un terremoto distrusse il paese di Nicolosi e danneggiò altri limitrofi, mentre il gigantesco fronte lavico avanzò inesorabilmente seppellendo numerosi altri paesi e villaggi minori dirigendosi verso il mare. L'eruzione durò 122 giorni ed emise un volume di lava di circa 950 milioni di metri cubi.
Nel 1928, ai primi di novembre, ebbe inizio l'eruzione più distruttiva del XX secolo. Essa portò, in pochi giorni, alla distruzione della cittadina di Mascali.
Con l'eruzione del 1971 vennero distrutti l'Osservatorio Vulcanologico e la funivia dell'Etna. La lava emessa fu di 75 milioni di metri cubi.
Le lave dell'eruzione del 1981, molto fluide, raggiunsero e tagliarono strade e ferrovie.
Il 1983 è da ricordare oltre che per la durata dell'eruzione, 131 giorni, con 100 milioni di metri cubi di lava emessi (che distrussero impianti sciistici, ristoranti, altre attività turistiche, nuovamente la funivia dell'Etna e lunghi tratti stradali), anche per il primo tentativo al mondo di deviazione per mezzo di esplosivo della colata lavica. L'eruzione si presentava abbastanza imprevedibile, con numerosi ingrottamenti ed emersioni di lava fluida a valle, che fecero temere per i centri abitati di Ragalna, Belpasso e Nicolosi. Pur tra molte polemiche, e divergenze tra gli studiosi, vennero praticati, con notevole difficoltà, date le altissime temperature che arrivavano a rovinare le punte da foratura, decine e decine di fornelli per consentire agli artificieri di immettere le cariche esplosive. La colata venne parzialmente deviata; l'eruzione ebbe comunque termine di lì a poco.
Il 14 dicembre del 1991 ebbe inizio la più lunga eruzione del XX secolo (durata 473 giorni). La situazione fu giudicata pericolosa e venne messa in opera una strategia di contenimento: in venti giorni venne eretto un argine di venti metri d'altezza che, per due mesi, resse alla spinta del fronte lavico.
Questa tecnica in seguito fu oggetto di studio da parte di équipe internazionali, tra cui esperti giapponesi. Tutto si rivelò efficace nel rallentare il flusso lavico guadagnando tempo ma ancora una volta non risolutivo in caso di persistenza dell'evento eruttivo.

Lapilli e Tefra
I lapilli sono piccoli frammenti solidi di lava, e più in generale di Tefra, che vengono espulsi con violenza dai vulcani durante le eruzioni di tipo esplosivo.
I vulcanologi assegnano il nome di piroclasto o clasti, ai frammenti in volo prodotti durante un'eruzione. Una volta giunti a terra i clasti sono considerati Tefra a meno che non rimangano abbastanza caldi per rinsaldarsi in rocce piroclastiche o tufo.
I frammenti di Tefra vengono classificati come lapilli quando hanno dimensioni comprese fra i 2 e i 64 mm di diametro. I frammenti con dimensione inferiore ai 2 mm vengono classificati come cenere vulcanica, mentre i frammenti, con dimensioni superiori ai 64 mm, sono chiamati bombe vulcaniche.
I Tefra prodotti durante un'eruzione vanno quindi da massi di grandi dimensioni, di conseguenza piuttosto vicini al cono vulcanico, fino a frammenti più piccoli e volatili in grado di essere trasportati dal vento. La cenere spesso viaggia per migliaia di chilometri e può rimanere sospesa nella stratosfera per diverse settimane. Se lo strato di cenere sospesa è particolarmente denso ed esteso, può schermare la radiazione solare influendo così anche sul clima terrestre.
I Tefra sono generalmente classificabili come riolite, e in molti vulcani esplosivi sono il prodotto di un magma viscoso, ad alto contenuto di silicio.
I Tefra sono classificabili in base alle loro dimensioni:
-  Cenere vulcanica - particelle di meno di 2 mm di diametro
-  Lapilli o tizzoni vulcanici - tra 2 e 64 mm di diametro
-  Bombe vulcaniche o massi vulcanici - sopra i 64 mm di diametro
Le parole "Tefra" e "Piroclasto" derivano entrambe dal greco. "Tefra" significa "cenere", mentre Pyro significa "fuoco" e klastos "spezzare"; così piroclasto assume il significato di "spezzato dal fuoco".

Pomice
La pomice è una roccia magmatica, leggerissima a causa dell'elevatissima porosità.
Il termine dal punto di vista geologico è generico e si riferisce alla particolare tessitura porosa della roccia. Essa si forma principalmente da eruzioni di tipo esplosivo, quindi da magmi acidi, silicatici o felsici, ma ne esistono anche a parziale componente mafica, e la porosità è dovuta alla formazione di bolle di gas di struttura simile alla schiuma nella matrice vetrosa della roccia.
Il rapido raffreddamento mantiene la struttura vescicolare (formante anche il 90% del volume mentre la scoria vulcanica è meno vescicolata), e la parte solida è costituita da roccia amorfa, raramente con una piccola componente cristallina. La massa solida è alla fine costituita prevalentemente da silice, con disciolti vari ossidi metallici (di alluminio, titanio, ferro, manganese ed altri).
Data la sua elevata porosità è l'unica pietra che galleggia nell'acqua. Avendo un peso specifico inferiore a quello dell'acqua, la pomice galleggia basandosi sulla sua struttura a cellule sferiche, ma comunicanti tra loro nella maggior parte dei casi attraverso una non completa chiusura; quelle che, verso l'interno del pezzo in esame, non vengono invase dall'acqua consentono alla pietra di galleggiare.
La pomice è comunemente di colore chiaro (esempio costa nord-orientale dell'Isola di Lipari), ma può assumere aspetto bianco, crema, grigio, verde o nero a seconda della composizione; in questi ultimi due casi spesso per la presenza prevalentemente del ferro, come per esempio la pomice nera delle isole Canarie.
È usata in campo cosmetico ed in quello del lavaggio industriale (stone wash). In edilizia viene usata per alleggerire il calcestruzzo e come isolante acustico e termico, sia in polvere sia in blocchi o pannelli; rientra nei materiali approvati per la bioedilizia.
Altri usi: florovivaismo, assorbente e filtrante per oli industriali, pulizia delle superfici in genere ed abrasivo leggero.

Disponibili sul nostro sito, oltre a ceneri, pomici e bombe vulcaniche, anche diverse rocce di origine vulcanica, come Lacrime d'Apache, zolfo, ossidiana, tufo, cristalli di gesso, ecc.

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