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Perchè abbiamo questi occhi?

Tranquilli, non voglio farvi un corso di oculistica avanzata!
Ma proviamo a riflettere un momento sulla natura delle cose. I nostri occhi (quanti non se lo sono detto?) ci sembrano tanto perfetti che qualcuno ha persino osato portarli ad esempio e prova che un qualche dio ci abbia creati appositamente così. Ma in realtà, andando ad analizzare meglio quest'organo così speciale e meraviglioso, che tuttavia è il risultato di miliardi di anni di evoluzione, dai primi ommatidi ed ocelli delle meduse, fino agli occhi composti dei trilobiti e per finire quelli dei vertebrati, ci accorgiamo che ancora oggi presentano delle imperfezioni dovute alla casualità evolutiva priva di qualunque piano senziente ed intelligente, come i punti ciechi della retina e dell'intero campo oculare, il cristallino che si irrigidisce dopo una certa età facendoci diventare presbiti, l'impossibilità di percepire tutte le lunghezze d'onda dello spettro elettromagnetico, come invece magari riesce ad altre specie animali, a loro volta inette a vedere a colori nel visibile come facciamo noi. Sembrerebbe un miracolo che vediamo nel solo ristrettissimo campo del visibile tanti bei colori, ma la spiegazione è semplicemente che lo scudo della magnetosfera terrestre ferma le particelle cariche quali raggi alfa e beta portate col vento solare. I fotoni invece che non hanno carica elettrica passano tranquillamente, salvo quelli a frequenza maggiore come raggi UV e raggi X che vengono bloccati dalla fascia di ozono (una particolare forma cationica allotropica dell'ossigeno molecolare di cui dobbiamo ringraziare cianobatteri e stromatoliti per averne saturato l'atmosfera nel lontano passato del nostro pianeta). Quindi gli occhi di tutti i viventi si sono evoluti per sfruttare solo ed unicamente le frequenze d'onda che riuscivano a passare questo doppio scudo. Incluso il terzo occhio di alcuni rettili che percepisce l'infrarosso. Se ci fossimo originati su un altro pianeta con caratteristiche diverse, infatti, probabilmente quelle stesse radiazioni e/o particelle cariche che definiamo nocive e di cui ringraziamo divinità o fatalità per avercele tenute alla larga, le sfrutteremmo per vedere o percepire l'ambiente circostante, in quanto magari la luce visibile sarebbe assente o ridotta, filtrata da altre condizioni planetarie. Avremmo avuto altri organi di senso evolutisi per quelle particolari circostanze, nonchè difese organiche idonee contro le radiazioni ionizzanti che qui sulla Terra invece non abbiamo, non essendocene stato bisogno (e difatti gli astronauti, quando vanno in orbita a giocherellare con la tecnologia, ne assorbono non poche, quando proprio non rischiano la pelle, se dovesse sorprenderli una CME) e, se fossimo senzienti, probabilmente diremmo: "meno male che la luce visibile (anzi, chissà come l'avremmo chiamata, visto che per noi il visibile sarebbe stato ben altro spettro!) non ci raggiunge, o ci avrebbe accecato! Sia lode a chi ha creato tutto questo" (ma mi piace pensare che altrove nel cosmo ragionino meglio e che frasi come questa non varchino i confini del nostro pianeta).

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