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74 specie all'anno scompaiono per sempre!

L’estinzione è un processo evolutivo che porta alla scomparsa di un taxon (genere, specie, sottospecie) o di una popolazione. Quando una specie si estingue il suo patrimonio genetico è perduto. Dal punto di vista evolutivo l’estinzione si verifica anche indipendentemente da elementi perturbativi di grande portata. Una specie può evolversi in un’altra (speciazione) in risposta a piccoli cambiamenti ambientali o in seguito a mutamenti casuali nei suoi geni. In ogni caso l’estinzione - come la speciazione - fa parte del naturale processo evolutivo dei viventi.
La biodiversità è aumentata sin dalla comparsa della vita sulla Terra. La velocità o il tasso di estinzione naturale (cioè il numero di specie che si estinguono nell’unità di tempo) è valutato in base alla “vita” della specie, ossia della durata media della loro esistenza sulla Terra. I paleontologi hanno individuato cinque grandi “fenomeni di estinzione di massa” negli ultimi 500 milioni di anni: alla fine dell’Ordoviciano, 440 milioni di anni fa, alla fine del Devoniano, 365 milioni di anni fa, alla fine del Permiano, 250 milioni di anni fa, alla fine del Triassico, 205 milioni di anni fa e alla fine del Cretaceo (con la scomparsa dei dinosauri). In tutti questi fenomeni di estinzioni di massa si calcola che siano andati  persi dal 75 al 95% del numero delle specie esistenti.
L’attuale tasso di estinzione però non è naturale. La comunità scientifica internazionale che studia i sistemi naturali e la biodiversità è concorde nel ritenere che l’intervento umano stia provocando una sesta estinzione di massa. Si tratta di un’estinzione molto particolare perchè è la prima volta che viene causata, direttamente e indirettamente, da una specie che condivide con le altre il Pianeta. Si ritiene che il tasso corrente di estinzione delle specie indotto dal pesante intervento della specie umana sia di almeno mille volte superiore al tasso naturale di estinzione (Primack, 2001). La vita media di una specie, stimata sulla base dei fossili ritrovati, è mediamente di 11 milioni di anni per gli invertebrati e di 1-2 milioni di anni per i vertebrati (Barbault, 2001).
Allo stato attuale delle conoscenze le carenze che abbiamo sul numero totale delle specie viventi impedisce di fatto calcoli molto accurati degli attuali tassi di estinzione nonché delle proiezioni future di questi tassi. La prima stima pubblicata è stata con ogni probabilità quella di Myers (1979) che parlava di un tasso di estinzione, dovuto all’intervento della specie umana, di 40 mila specie l’anno, ovvero oltre 100 specie al giorno. Il biologo Edward Wilson (1992) ritiene invece che all’attuale ritmo di deforestazione, supponendo che sulla Terra siano presenti 10 milioni di specie, dovrebbero scomparire almeno 27 mila specie all’anno, ovvero una media di 74 specie al giorno.
Nel rapporto “Global 2000” voluto dal presidente statunitense Jimmy Carter, pubblicato nel 1980 e curato da una serie di importanti esperti di scienze ambientali, il biologo Thomas Lovejoy indicò come stima ragionevole delle estinzioni globali per il 2000, quella di almeno 500-600 mila specie sui 3-10 milioni esistenti (Barney, 1980).

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