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Nanotyrannus Dinosauro Dente Fossile T-rex Tirannosauro Teropode Carnivoro Cretaceo Collezione (4)

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Descrizione

Provenienza : Montana (USA), Carter County, Hell Creek Formation

Era Geologica : Cretaceo superiore (Maastrichtiano)

Età : 65 milioni di anni

Misura : mm 19 x 11 x 7


Dente Fossile Dinosauro mm 19 x 11 x 7 Tirannosauro T-rex Nanotyrannus lancensis  Teropode Carnivoro bipede Rettili Estinti Mesozoico Cretaceo Collezionismo Paleontologia Museo.

Estremità distale, reperto fossile inestimabile davvero gradevole di alta qualità museale, con stupendi dettagli della seghettatura. Non restaurato. Pezzo unico, come in foto.


Il Nanotyrannus (Saurischia, Theropoda, Carnosauria, Tyrannosauridae, Tyrannosaurinae), il cui nome significa "tiranno nano" o "piccolo tiranno", è un genere della famiglia dei tirannosauridi, vissuto nel Cretaceo superiore circa 70-65 milioni di anni fa in quello che oggi è il Nord America. E' conosciuto solo per due esemplari (forse tre), fra i quali un piccolo cranio lungo circa 1,2 m, dalla forma simile a quello del ben noto Tyrannosaurus, ma dalla forma più allungata e compressa verticalmente, dotato di un maggior numero di denti rispetto a a Tyrannosaurus, scoperto da Charles W. Gilmore nel 1942 e descritto nel 1946 come un modello di Gorgosaurus lancensis (ora noto come Albertosaurus). Nel 1988, il campione è stato nuovamente descritto da Robert T. Bakker e colleghi, sulla base delle ossa del cranio che, essendo fuse, appartenevano pertanto ad un esemplare adulto.
Alla luce di ciò, assegnarono il cranio ad un nuovo genere, chiamato  Nanotyrannus per le sue apparenti piccole dimensioni. Tuttavia sorsero nuovi dubbi a riguardo, e alcuni paleontologi non lo ritengono un genere valido, dato che l'animale è stato contemporaneo di Tyrannosaurus rex, e pertanto lo ritengono un T. rex giovanile.
Dopo la scoperta nel 2001 di un nuovo esemplare di Nanotyrannus, soprannominato "Jane", sulla base dello scheletro dell'esemplare, si calcolò che l'animale doveva raggiungere una lunghezza di circa 6,50 metri, con un'altezza di 2 metri, per un peso che si aggirava tra i 600 kg e i 900 kg, di gran lunga inferiore al peso che ci si aspetterebbe da un giovane Tyrannosaurus. Le lunghe gambe e i grandi piedi dell'animale indicavano che l'animale era un grande velocista capace di raggiungere una velocità in corsa di 30-50 chilometri all'ora, facendone uno degli animali più veloci del suo ecosistema. Indipendentemente dal fatto che gli esemplari in questioni siano una nuova specie o esemplari giovanili di Tyrannosaurus, i paleontologi pensano che gli animali in vita fossero coperti da uno strato più o meno esteso di piume o protopiume.
Tra le principali differenze che i paleontologi a favore della teoria di Bakker sulla quale il Nanotyrannus rappresenterebbe una specie a parte da Tyrannosaurus, vi sono il numero dei denti. Il Nanotyrannus possedeva molti più denti nelle sue fauci, contando ben 14-15 denti per ciascun lato della mascella superiore e 16 denti in ciascun lato della mascella inferiore. Dal canto suo il Tyrannosaurus disponeva di ben 11-12 su ogni lato della mascella superiore e 11-14 in quella inferiore. Le implicazioni esatte di questa differenza nel numero di denti è molto controverso. In uno studio del 1999 sui modelli di crescita dei tirannosauridi, il paleontologo Carr ha dimostrato che, in Gorgosaurus libratus, il numero di denti diminuiva con la crescita dell'animale e ha usato tali dati per sostenere l'ipotesi che il Nanotyrannus fosse solo un esemplare giovane di T. rex. Tuttavia tale ipotesi fu smentita e screditata da un'accurata ricerca sui modelli di crescita di Tarbosaurus bataar (animale maggiormente imparentato con Tyrannosaurus), esponendo che durante la crescita questi animali non perdevano i denti, affermando anche i livelli e i modelli di crescita di Tyrannosaurus e Gorgosaurus sono molto diversi in quanto fanno parte di due diverse sottofamiglie. La prova di tale teoria arrivò nel 2006 con il ritrovamento del cranio di un giovane Tarbosaurus che contava lo stesso numero di denti di un adulto, dando un'ulteriore prova che il Nanotyrannus fosse un genere a se stante. Ulteriore prova della distinzione di Nanotyrannus da Tyrannosaurus, suggerita da Larson oltre che alla diversa costituzione del cranio, sono le zampe anteriori che in Nanotyrannus sono ben più lunghe (in relazioni al corpo), presentando anche falangi più grandi e una forcula più estesa.
Un'ulteriore prova, scoperta più di recente, arriva dai modelli 3D delle cavità del cervello del cranio olotipo di Nanotyrannus e quello di Tyrannosaurus, che mostrano che la posizione dei vasi sanguigni e i nervi ottici sono posti in una differente posizione, ad ulteriore prova che i due animali siano dei generi separati.
L'attuale studio scientifico su Jane, portato avanti da Bakker, Larson, e Currie, potrà aiutare a determinare se Nanotyrannus è una specie a sé, se rappresenta una forma giovanile di T. rex, o se è una nuova specie identificata precedentemente come Tirannosauro.
Nel 2005, una conferenza sul Tyrannosaurus e il Nanotyrannus ha interpretato la scoperta di Jane come una conferma che il Nanotyrannus fosse un giovane T. Rex o una specie strettamente collegata, mentre altri paleontologi continuano a sostenere l'ipotesi che il Nanotyrannus sia un genere distinto.
Alla fine del 2011, venne pubblicata la notizia di una favolosa scoperta avvenuta nel 2006: il ritrovamento di uno scheletro quasi completo di Nanotyrannus insieme ad un ceratopside. Il campione è stato studiato da Robert Bakker e Pete Larson, che hanno subito identificato il ceratopside come un Triceratops. L'esemplare di Nanotyrannus, soprannominato "Bloody Mary", presentava delle braccia molto lunghe di quasi 3 piedi di lunghezza, in contrasto con le braccia corte del Tyrannosaurus, anche se tale affermazione è ancora da verificare in quanto il campione "Bloody Mary" è sprovvisto di mani.
Il fatto che l'esemplare "Bloody Mary", fisicamente più piccola, sia stato ritrovato accanto a un Triceratops notevolmente più grande, fa supporre che il Nanotyrannus cacciasse in branco. L'ipotesi di Robert Bakker sulle abitudini gregarie dei Nanotyrannus sarebbe provata dal ritrovamento di ben 30 denti da diversi Nanotyrannus all'interno della carcassa del Triceratops, suggerendo che l'erbivoro sia riuscito a ucciderne uno, per poi essere sopraffatto dal resto del branco.
Attualmente, poiché i due generi mostrano piccole differenze, come il numero di denti più elevati in Nanotyrannus, si tende a raccomandare la continuata separazione dei due fino a che ulteriori scoperte non chiariscano definitivamente la situazione.

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