Stelle marine, un firmamento nel mare

Per osservare certe stelle non serve un telescopio, e nemmeno occorre stare col naso all’insù, semmai all’ingiù. Il fondo del mare, dalle zone polari a quelle tropicali, ospita una colorata e multiforme costellazione di curiosi animali, dall’aspetto pressocchè alieno:  le stelle marine. Organismi antichissimi -i primi fossili rinvenuti appartengono al Periodo Cambriano, più di 500 milioni di anni fa- le stelle marine sono, insieme con i ricci di mare, rappresentanti degli Echinodermi, una categoria zoologica che conta più di 7000 specie viventi. Conoscere il mondo di questi straordinari animali, poter osservare da vicino la singolarità delle loro struttura pentaradiata e apprenderne il funzionamento, è una grande opportunità per rendersi conto da vicino di quanto l’evoluzione della vita sulla Terra abbia percorso molteplici sentieri e dato origine a forme diverse e bellissime, che probabilmente non hanno nulla da invidiare su quanto è avvenuto, avviene ed avverrà sugli altri infiniti pianeti sparsi per il vasto Universo.

Una grande biodiversità

La stella marina è a simmetria radiale pentaraggiata, che è la base di tutti gli Echinodermi (estinti o attuali) ricci marini, ofiure ed oloturie incluse: il corpo dell’animale è infatti formato da un disco centrale da cui si dipartono un certo numero di braccia, diverse nelle differenti specie per numero, lunghezza, forma, colore e altre caratteristiche. Ci sono varietà con cinque braccia, come gli asteroidei Asterias forbesi e Asterias vulgaris;  altre ne hanno molte di più, come la stella multibraccia Heliaster kubiniji; alcune arrivano ad avere anche 50 braccia. La forma “a cuscino” è invece tipica di Asterina gibbosa e di Patriella regularis;  Astropecten vappa è piccola e non presenta particolari strutture sulla superficie; Protoreaster nodosus, così come Pentaceraster mammillatus, da adulta invece è molto più grande e possiede numerosi aculei o tubercoli.

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Rigenerarsi, per vivere

Le stelle marine hanno un efficace sistema per difendersi dai pericoli del mondo sommerso: quando sono insidiati da un predatore, hanno l’incredibile capacità di permettere il distacco delle loro braccia, per liberarsi dalla presa e trovare una via di fuga ma… non è finita qui! Nel tempo -il processo può durare anche un anno- l’appendice persa viene riformata e a volte alcune stelle marine riescono a rigenerare l’intero corpo, anche partendo da un singolo braccio. Sono pochi gli animali che possono permettersi questo brillante escamotage: per esempio, le lucertole, fra i rettili, e alcuni anfibi, come i tritoni.

Un abbraccio pericoloso

Osservare una stella marina muoversi è uno spettacolo sorprendente. Tutto merito dei pedicelli ambulacrali, piccoli tubi che terminano a ventosa, governati dal sistema acquifero. Questo apparato consente alle stelle marine di muovere i pedicelli anche per avvolgere e trattenere il cibo preferito, in genere bivalvi, crostacei e spugne. Dopo il mortale abbraccio, la stella marina estroflette lo stomaco; questo rilascia enzimi digestivi che attaccano i tessuti della preda e permettono all’animale di assorbire il nutrimento; quindi l’organo, terminata la sua missione, rientra nel corpo della stella, che può completare la digestione. Cosa ci può essere di più alieno di questo?

Non solo maschi, non solo femmine

Sapevate infine che le stelle marine possono cambiare sesso? In alcune specie gli individui nascono maschi ma poi diventano femmine. Molto probabilmente questo cambiamento è un adattamento, dovuto a fattori ambientali, che migliora il potenziale riproduttivo; inoltre, come in molti altri Invertebrati, nelle stelle marine esiste anche l’ermafroditismo. Possiamo quindi essere sicuri di una cosa: le stelle marine non devono battersi per la parità dei sessi! In ogni caso, dopo la fecondazione, le piccole stelle iniziano la loro avventura nel mondo insieme agli altri organismi del plancton, fluttuando liberi nell’acqua, per poi stabilirsi sui fondali marini o sulle rocce.

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