Gli Anfibi, fra terra e acqua

Un mondo molto vario, quello degli Anfibi, Vertebrati che, come spiega l’etimologia del loro nome (dal greco antico ἀμφίβιος, che significa “entrambi i tipi di vita”), possono vivere sia nell’acqua che sulla terra ferma. Ma questa duplice possibilità non esaurisce il fascino che questi animali esercitano sugli amanti della Natura.

Presenti sulla terra con più di 8000 specie conosciute, gli Anfibi sono suddivisi in tre ordini: Anuri (rane, rospi e raganelle), Caudati o Urodeli (salamandre e tritoni) e Apodi o Gimnofioni. Quest’ultimo, è il gruppo meno rappresentato: si tratta in genere di forme sotterranee, come per esempio la Cecilia messicana (Dermophis mexicanus), che assomiglia ad un verme.

Gli Anfibi esibiscono una varietà di forme, dimensioni, sorprendenti adattamenti all’ambiente e colori eccezionali, che seducono e ammaliano chiunque voglia accostarsi al loro mondo.

Facciamo quattro passi, qui mi manca l’aria!

Le prime tracce dell’evoluzione degli Anfibi si trovano nel periodo Devoniano, circa 370 milioni di anni fa, e fanno derivare questi animali dalla classe dei Sarcopterigi, suddivisi a loro volta nelle sottoclassi di Dipnoi (pesci polmonati), Crossopterigi (o Celacantomorfi) e Tetrapodomorfi. Questa classe di antichi pesci ossei presentava pinne dalla forma particolare, che permetteva loro di “camminare” sul fondo del mare.

Alcuni di essi avevano polmoni primitivi che consentivano loro di respirare l’aria atmosferica, se l’ossigeno disciolto nell’acqua delle pozze stagnanti del Devoniano non era sufficiente; inoltre erano in grado di uscire per brevi periodi dall’acqua, grazie alle loro robuste pinne ventrali, e respirare l’ossigeno atmosferico per mezzo dei polmoni ancestrali.

Essi diventarono così gli antenati di tutti i Tetrapodi, una superclasse che include i moderni vertebrati di terraferma muniti di zampe, ossia anfibi, rettili, uccelli e mammiferi.

Sono stati ritrovati molti reperti fossili di specie che presentano caratteristiche di transizione, vale a dire di forme che hanno peculiarità tali da essere considerate intermedie tra due gruppi di organismi. Per esempio, tra i più noti, Ichthyostega è ritenuto uno degli anfibi più primitivi e l’inizio del passaggio dei vertebrati verso l’ambiente terrestre.

Quest’antico animale aveva zampe primitive, che lo aiutavano per gli spostamenti negli ambienti paludosi; le posteriori erano dotate di sette dita, mentre l’esatto numero di quelle degli arti superiori non è conosciuto, a causa dell’incompletezza dei reperti fossili. Aveva inoltre una corona di denti aguzzi e una lunga coda che terminava con una specie di pinna, raggiungendo una lunghezza di circa 1,5 metri.

Colonizzare nuove terre, con nostalgia

Alla fine del periodo Devoniano, tutti gli ambienti acquatici brulicavano di vita, le terre emerse ospitavano una gran quantità di piante, ma la vita animale era carente, a confronto con gli organismi vegetali. Così, forse proprio per cercare nuovi ambienti, alcuni animali iniziarono a spingersi fuori dall’acqua, utilizzando le robuste pinne come i moderni elefanti marini. Lontano da un universo liquido dove l’intensità della vita era elevatissima, e con essa predazione e competizione, trovarono facilmente un nuovo mondo vergine da colonizzare.

All’inizio del periodo Carbonifero (da 360 a 345 milioni di anni fa) il clima diventò caldo e umido, permettendo lo sviluppo di grandi paludi con muschi, equiseti, felci e altre piante primitive. L’ambiente favorì gli artropodi, che si svilupparono notevolmente; contemporaneamente gli anfibi, che stavano iniziando a colonizzare le terre emerse, poterono avere a disposizione un’enorme quantità di cibo per potersi a loro volta sviluppare, e si diversificarono in una molteplicità di forme.

Diventarono così un gruppo dominante sulla terra, pur mantenendo uno stretto rapporto con l’acqua, dove s’immergevano per deporre le uova, e ancora così fa la maggior parte dei moderni Anfibi.

I fossili di anfibi dell’Arca di Noè

Se ci vieni a trovare, nel nostro sito troverai molti reperti fossili di diverse specie di Anfibi estinti, come per esempio Apachesaurus gregorii, un animale del periodo Giurassico, scomparso molto probabilmente durante la Grande Estinzione di Massa del Triassico-Giurassico, avvenuta circa 201 milioni di anni fa, che fu responsabile della scomparsa di decine di famiglie: 70 terrestri  e 60 di organismi marini: una vera calamità!

Potrai anche fare la conoscenza di Archeria crassidisca, un antico anfibio i cui fossili sono stati rinvenuti nel Permiano inferiore (290 milioni di anni fa). Quest’animale era un predatore lungo circa due metri; catturava le sue prede per mezzo di una bocca dotata di numerosi e aguzzi denti e aveva un aspetto che ricorda la moderna salamandra.

Non può mancare poi il famoso Eryops megacephalus, un grande anfibio preistorico dell’ordine dei Temnospondyla (anello di passaggio tra anfibi e rettili) vissuto nel Permiano inferiore (circa 280 milioni di anni fa) in Nordamerica.

E… molte altre sorprese ti aspettano nella nostra sezione dedicata agli Anfibi, sia fossili, che attuali!

Inoltre, se t’interessa approfondire la tua conoscenza sul mondo dei fossili e su animali e piante del passato, nel nostro Portale del Naturalista (colonna a sinistra in homepage), nelle due sezioni Notizie e Curiosità e Articoli e Rubriche troverai quello che fa per te!

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