I minerali, una bellissima collezione dai molti aspetti

Noi dell’Arca di Noè siamo sempre stati affascinati dal mondo dei minerali, e più il tempo passa, più ci rendiamo conto degli innumerevoli, piacevoli e utili aspetti che può offrire la passione per la raccolta di minerali.

Intanto, la consapevolezza di essere a contatto ciò che costituisce il nostro pianeta, di poter toccare con mano il materiale grezzo, naturale, di cui è formata la terra su cui camminiamo, ci dà un grande senso di profonda appartenenza alla Natura e al globo terrestre; la grande varietà di minerali, ognuno con qualità diverse, sia per composizione, provenienza, forma, colore, caratteristiche fisico-chimiche, oltre ad appagare i sensi, ci permette anche di sviluppare conoscenze naturalistiche e scientifiche, legate alle scienze geologiche e anche di accrescere il nostro sapere sulla geografia del nostro bellissimo pianeta.

Inoltre una collezione di minerali consente di espandere le proprie relazioni sociali, venendo a contatto con gli appassionati di tutto il mondo, e rappresenta anche una forma d’investimento che può raggiungere, nel tempo, valori anche molto elevati.

Che cosa sono i minerali?

I minerali sono corpi inorganici naturali e costituiscono la crosta terrestre e i corpi celesti; tranne il mercurio, sono tutti solidi. I vari tipi di minerali si distinguono per le diversa composizione chimica e struttura cristallina, e possono contenere un solo elemento chimico oppure, come per esempio il quarzo, essere costituiti da più elementi; sono note circa 5500 specie minerali e ogni anno se ne scoprono di nuove. I minerali grezzi hanno alte concentrazioni di un solo elemento: stagno, nella cassiterite; zinco nella sfalerite e mercurio, nel cinabro. Le gemme sono minerali con valore ornamentale; sono formate da un gruppo di 20 diversi tipi di minerali; fanno parte di questa categoria per es rubini, turchesi, zaffiri .

Come identifichiamo un minerale?

La composizione chimica e l’abito cristallino (che è la forma esterna del minerale, originatesi dalla struttura interna, vale a dire l’invisibile impalcatura di atomi regolare e ordinata) sono le caratteristiche fondamentali di un minerale.

Associate a esse ci sono anche proprietà fisiche, molto utili per riconoscere i differenti tipi di minerali.

Vediamo le principali:

Sfaldatura

È la tendenza di un minerale a rompersi per urto, secondo superfici piane e parallele a uno o più facce dell’abito cristallino. Il tipo di sfaldatura dipende dalla diversa forza dei legami atomici del cristallo. Per esempio, se un cristallo si sfalda lungo superfici che formano angoli di 90°; i frammenti risultanti sono di forma cubica (è il caso del salgemma).

Lucentezza

La lucentezza misura il grado in cui la luce è riflessa dalle facce di un cristallo e si distingue in metallica, tipica di sostanze che assorbono totalmente la luce e che sono opache; non metallica, tipica dei corpi in parte trasparenti.

Colore

Il colore è immediatamente evidenziabile, ma è meno importante di altri parametri, per l’identificazione dei minerali.
Ci sono minerali idiocromatici, che presentano sempre lo stesso colore (ad esempio: il lapislazzulo è sempre turchino; la malachite verde; il cinabro rosso ecc.) e altri, chiamati allocromatici, che presentano colori diversi a seconda delle impurità chimiche rimaste incluse nel reticolo durante la sua formazione  (ad esempio: il quarzo e molte pietre preziose).

Densità

La densità (massa per unità di volume; nel Sistema Internazionale si misura in kg/m3). È un elemento importante nell’identificazione di un minerale e dipende dall’addensamento di atomi nel reticolo cristallino. Questo parametro risente dell’influenza della pressione, le cui variazioni possono provocare differenze nella modalità di propagazione delle onde elastiche. Un esempio? Quelle associate ai terremoti.

Durezza

La durezza è un fattore importante per la classificazione dei minerali ed è un criterio ideato dal mineralogista tedesco Friedrich Mohs nel 1812. Sostanzialmente è la proprietà di resistere all’abrasione o alla scalfittura e dipende dalla forza dei legami reticolari. Questa è misurata in base, appunto, alla scala di Mohs, una successione determinata di dieci minerali, ciascuno dei quali può scalfire le facce del minerale che lo precede nella scala, ed è invece scalfito dal minerale che lo segue.

Per misurare la durezza è possibile adottare anche la scala di Rosiwal, sviluppata nel 1896 dall’austriaco August Rosiwal, che ha come riferimento il corindone (minerale che comprende molte pietre preziose, tra cui il rubino e lo zaffiro) al quale viene attribuita una durezza pari a 1.000.

 

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