Lucy: una scimmia, un essere umano o solo una canzone?

  Lucy è il nome con cui viene comunemente identificato il reperto fossile A.L. 288-1, scoperto nel 1974 nella Depressione di Afar, in particolare nel sito archeologico di Hadar, in Etiopia. Consta di centinaia di frammenti di ossa fossili dello scheletro di un esemplare femmina, il primo scoperto, di Australopithecus afarensis. Questo fossile fu successivamente datato a 3,2 milioni di anni fa, un’epoca molto più lontana rispetto ad altri fossili di ominidi noti a quel tempo.

Chi era questa Lucy?

No, non è romanticamente la moglie di un giovane paleontologo innamorato. Il nome deriva molto più banalmente dalla canzone “Lucy in the Sky with Diamonds” dei Beatles, le cui note risuonavano nel campo di spedizione. In Etiopia però il reperto è anche conosciuto come Dinqinesh, che in lingua amarica significa “sei meravigliosa”.

Il fossile originario di Lucy è conservato al Museo nazionale dell’Etiopia ad Addis-Abeba, dove se ne può vedere una replica. Molte sono le riproduzioni di Lucy, esposte nei musei di tutto il mondo.

Lo scheletro in breve

Lucy era alta circa 1,07 metri, piuttosto piccola per la sua specie, e pesava probabilmente tra i 29 e i 45 kg. Aveva denti simili a quelli umani, ma il cranio era ancora scimmiesco, con una capacità tra i 375 e i 500 cm³, simile a quello di uno scimpanzé comune.

Lo scheletro presenta un cranio di piccole dimensioni simile a quello delle scimmie non ominidi, più tracce di una postura bipede ed eretta, simile a quella degli umani e di altri ominidi. Questa combinazione ha fornito argomenti alla teoria dell’evoluzione umana secondo cui la postura bipede precedette l’aumento delle dimensioni del cervello.

Lucy era davvero bipede come  noi!

I resti comprendono circa il 40% dello scheletro (52 ossa). Particolarmente importanti l’osso pelvico, il femore e la tibia, perché la loro forma lascia pensare che questa specie fosse già bipede.

La pelvi e le ossa delle gambe avevano una lunghezza paragonabile nel funzionamento a quella di un umano moderno, indicando che era in grado di mantenere una postura eretta anche nella camminata.

Studi condotti nel 2023, che hanno provato a ricostruirne la muscolatura in 3D, poi risultata più grande di quella umana, dimostrerrebbero che Lucy era in grado di estendere le ginocchia allo stesso modo dell’uomo moderno, confermando così la sua capacità di camminare in posizione eretta.

Pur essendo adatta alla locomozione bipede, conduceva ancora una vita in parte arboricola. Si pensa che salisse sugli alberi per sfuggire ai predatori e per trascorrere la notte. Era più piccola del maschio. Si ipotizza che vivesse in un gruppo formato da adulti e giovani.

Mangiava come noi?

mandibola Australopithecus LucyI suoi denti erano adatti a un’alimentazione onnivora, basata sulla raccolta di vegetali e la cattura di insetti e lucertole. Secondo altre fonti, mentre in passato si riteneva che la dieta degli Australopitecini gracili consistesse in parte di carne, anche sulla base dei ritrovamenti di accumuli di ossa, più di recente tali accumuli sono stati attribuiti all’attività di Homo habilis. I loro grandi molari indicano che mangiassero cibi abbastanza duri, probabilmente erba o semi di cereali. Lo spessore dello smalto indica anch’esso che mangiassero cibi duri.

Un mondo ostile e difficile la conservò per noi

Si ritiene che al momento della morte fosse adulta, anche se ancora giovane. Morì sulle rive di una palude, probabilmente di sfinimento, e nessun predatore ne sbranò i resti disperdendone le membra, così che il corpo, sommerso dal fango, si fossilizzò nel corso dei millenni fino a diventare roccia. Dopo milioni di anni il suo scheletro è ritornato alla luce quasi intatto e ci offre oggi una preziosa testimonianza sulla costituzione fisica degli ominidi di quel periodo.

A caccia di reperti

Se siete affascinati dai nostri antenati, non possiamo purtroppo offrirvi resti di Ominidi nè tantomeno di Lucy, in quanto sono reperti unici e rarissimi, che persino i musei si “spartiscono” sotto forma di copie e calchi, ma sicuramente possiamo fornivi alcuni manufatti del Neolitico dei nostri antenati più recenti, come le punte di freccia, in vendita sul nostro sito a questo link.

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